Ossessionato dall'idea 'tipografica' di graphic design, ossia di scritte ripetute a nastro per decorare i suoi soggetti, fu lanciato da una sua immagine che divenne un'icona del body fetish e ne fece una sorta di San Sebastiano postmoderno: il suo corpo nudo coperto da incisione grafiche raffiguranti singole parole o intere frasi, realizzate con veri tagli sulla pelle da un suo collaboratore nell'arco di una sessione di otto ore.
Suo è il manifesto del film '23' col volto di Jim Carrey ricoperto di scritte, ma in questo caso, grazie a Dio, è stata usata della semplice china.
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